L'affare Elf (in francese: Affaire Elf) è un grosso scandalo, associato ad una lunga vicenda politico-finanziaria, scoppiato nel 1994 e che ha coinvolto l'azienda petrolifera Elf-Aquitaine per appropriazione indebita per un totale di 504 milioni di dollari, a seguito di un'indagine della Commission des Opérations de Bourse sul finanziamento dell'azienda tessile Bidermann tra il 1989 e il 1993. Questo caso è considerato "il più grande scandalo politico-finanziario e di appropriazione indebita in una democrazia occidentale dalla fine della seconda guerra mondiale”[1].
L'indagine istruttoria, condotta dal giudice Eva Joly, ha rapidamente messo in luce un'impressionante rete di corruzione coinvolgente politici e dirigenti d'azienda. L'azienda francese Elf è diventata, a seguito di una serie di fusioni, un colosso petrolifero, e avrebbe beneficiato della benevolenza del potere esecutivo francese, che considera l'approvvigionamento di petrolio un'attività economica strategica.
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